La ceramica, l’innovazione nella tradizione
Uno dei materiali che ha contribuito allo sviluppo ed evoluzione di nuove tecniche di odontoiatria ricostruttiva è la ceramica, che ha elevato livello di estetica e biocompatibilità.
Le principali caratteristiche della ceramica per il settore dentale sono:
- elevata stabilità chimica
- risultato estetico eccellente
- longevità
- conducibilità termica e coefficiente di espansione termica molto simili a quelli dello smalto
- buona resistenza a compressione
- bassa resistenza a trazione
- fragilità
- alta durezza
- sensibilità estrema alla presenza di cricche
Esistono tre tipologie di ceramiche:
- Prevalentemente vetrose
- Policristalline
- Vetrosa rinforzata
Le ceramiche prevalentemente vetrose sono le ceramiche dentali che meglio sostituiscono le proprietà dello smalto e della dentina.
I vetri (SiO2, diossido di silicio) sono strutture tridimensionali di atomi disposti senza un regolare schema di distribuzione spaziale.
Le ceramiche vetrose hanno una struttura amorfa, per la quale non esiste un ordine a lungo raggio, ma prevale quello a corto raggio.
Tali ceramiche vengono ottenute aggiungendo al reticolo altri ossidi che derivano principalmente da un gruppo di minerali chiamato feldspato: è usato come additivo e ha un ruolo di fondente in quanto abbassa la temperatura di fusione e nello stesso tempo conferisce traslucenza.
Viene inoltre aggiunto alla base vetrosa per migliorarne le proprietà meccaniche e per controllarne gli effetti di opalescenza, colore e opacità.
Le ceramiche Policristalline
Non presentano componenti vetrose e mancano, di conseguenza, di proprietà estetiche, proprie di questi.
Una qualità delle policristalline è avere una buona resistenza alla frattura, dovuta ad una disposizione secondo uno schema regolare degli atomi, che rende il materiale più denso.
Avendo le suddette proprietà di resistenza, sono perlopiù utilizzate come sottostruttura, per poi essere ricoperte da ceramiche vetrose con maggiori qualità estetiche.
L’allumina è il primo materiale policristallino che è stato utilizzato. Presenta una resistenza alla frattura e alla flessione più alta delle ceramiche vetrose. Lo zirconio è un’ossido-ceramica che si distingue per le proprietà superiori di resistenza alla flessione e alla frattura rispetto all’allumina. La zirconia presenta un livello di resistenza molto elevato ed è particolarmente adatta alla realizzazione di ponti sia su denti che su impianti. Tra i vantaggi di questo materiale vi sono l’assenza del grigio tipico dei tradizionali restauri in metallo-ceramica ed una elevata biocompatibilità.
Ceramiche vetrose rinforzate
Tra le ceramiche vetrose rinforzate più diffuse vi è il disilicato di litio, utilizzato soprattutto per il restauro parziale o totale del dente singolo, grazie alla sua buona resistenza meccanica e ottima estetica. Si parla di ‘restauro’ perché un vantaggio di tale materiale è la possibilità di creare una capsula che può essere incollata al di sopra del dente naturale danneggiato, sia per il settore dentale anteriore che posteriore. Può essere lavorato sia con metodiche tradizionali di pressatura, partendo da una modellazione in cera, sia con le innovative tecniche CAD CAM.
La realizzazione di una capsula in ceramica avviene in 3 fasi:
COMPATTAZIONE
L’argilla è mescolata con acqua fino ad ottenere una colla. Con questa colla si ricopre il dado metallico su cui era stato precedentemente fatto aderire un sottile foglio di platino in modo da separare il dado dalla porcellana (il dado serve solo come base e per riprodurre la forma del dente). In genere gli strati applicati sono 3 e sono, in ordine dal più interno al più esterno, di una tonalità opaca, di una tonalità simile alla dentina e infine della tonalità dello smalto. Infine, si compattano le polveri: si esegue l’essiccamento, ovvero l’eliminazione acqua di lavorazione evaporazione. Si ha una diminuzione volume (contrazione), le particelle argillose riempiono gli spazi vuoti lasciati dall’acqua evaporata e segue una diminuzione della plasticità fino alla fine della fase di ritiro. Un oggetto formato ed essiccato ma non cotto si chiama ‘verde’.
COTTURA
La capsula viene riscaldata lentamente e gradualmente durante l’ingresso nel forno in modo che l’acqua ancora presente venga eliminata prima di diventare vapore e in modo che i gas eventualmente presenti possano diffondere. Nel forno la capsula sinterizza in fase liquida. La sinterizzazione è il passo precedente alla fusione: le particelle si avvicinano le une alle altre e i pori si chiudono ovvero si forma del vetro fuso che fluisce tra le particelle di porcellana riempiendo i vuoti, nonostante il materiale presenterà comunque una porosità residua. In questa fase si ha una contrazione di volume anche del 20-30%.
SMALTATURA
La superficie della capsula si smalta in modo da ottenere una superficie lucida, regolare e impermeabile. Si diminuisce con tale tecnica anche la porosità, che facilita la proliferazione da parte dei batteri e l’accumulo di placca, così come l’ingresso di liquidi.
Per qualsiasi informazione chiamare il numero +39 011 27 455 65 o inviare una mail a info@wisildent.it